Un Amleto 'rivisitato' apre la stagione delle Moline a Bologna

07.11.2022

La stagione 2022-23 del Teatro delle Moline di Bologna si apre il 10 novembre (repliche fino al 13) con Hamlet Puppet, uno spettacolo di musica, parola e movimento, della coreografa e danzatrice Michela Lucenti, nell'ambito della rassegna di danza dedicata alla drammaturgia fisica, "Carne". La performance è una sperimentazione nata dall'incontro tra la coreografa, il musicista Paolo Spaccamonti, la regista e autrice Giorgina Pi e il sound designer Valerio Vigliar. Hamlet Puppet è una ballad-perfomance che affronta le vicende di Amleto ma dal punto di vista del fantasma del padre. Quando lo spettro arriva sembra un diavolo in carne ed ossa e la sua ambiguità riflette la confusione generale dei personaggi. Ergendosi sopra un podio radiofonico, declama il famoso monologo della fine del primo atto, che in scena viene indagato, decostruito e ri-assemblato. L'orrendo tradimento del fratello e della moglie viene infatti rivelato per frammenti che si tramutano nei refrain di un cupo disco in stile Nick Cave. Lo spirito chiederà al giovane principe di seguirlo e vendicarlo, ma cosa significa vendicare un padre? Amleto, a sua volta fantasma di sé stesso, diviene un fantoccio del teatro, un ectoplasma. Un personaggio che solleva alcune domande cruciali: il peso dei padri ricade su ognuno di noi? Quante volte ci chiediamo se sia meglio essere o non essere, forse dormire. Ma è ancora questo il problema? Attraverso un linguaggio ricco e ibrido che unisce immagini, musica, canto, recitazione e danza, il pubblico è invitato a ragionare attorno al significato di essere eredi, ma anche all'essenza della vita e dell'arte. In un'installazione avvolta da una sonicsphere - generata dalle distorsioni elettriche di una chitarra-cardiogramma - la scena è immersa in un flusso continuo di suoni da cui nascono brani e ritornelli che si fissano nella testa dello spettatore. In questo ambiente sonoro, Amleto danza in maniera ossessiva e frammentata, ma sempre mantenendo alta la guardia, sempre con la speranza che lo spettro riappaia.