Blackstone vicina all'acquisto del catalogo Pink Floyd

27.08.2022

Pink Floyd si preparano a eguagliare, se non superare, il record di Bruce Springsteen: il leggendario gruppo rock sta chiudere la vendita del suo catalogo musicale per una cifra da capogiro. "Grab that cash with both hands and make a stash", cantava il complesso fondato 57 anni fa da Syd Barrett, Nick Mason, Roger Waters e Richard Wright (David Gilmour entro' nel 1967, un anno prima dell'uscita di Barrett) nella canzone del 1973 "Money" e una pioggia di soldi potrebbe investire quel che resta della band i cui album "The Dark Side of the Moon" e "The Wall" sono considerati tra i più influenti di tutti i tempi. Il gruppo americano di private equity Blackstone è in pole position per finalizzare l'acquisto in una gara che include anche Sony, Warner, Bmg e Primary Wave e che potrebbe far salire il prezzo a mezzo miliardo di dollari, lo stesso incassato l'anno scorso dal "Boss" per la vendita del suo catalogo alla Sony. Blackstone è entrata l'anno scorso in affari con Hipgnosis Song Management (HSM) con un investimento iniziale di un miliardo di dollari per lanciare un 'veicolo' privato - la Hipgnosis Songs Capital - per l'acquisto di cataloghi musicali. Per il gruppo di private equity, mettere le mani sui diritti dei Pink Floyd cementerebbe le credenziali nel mondo sempre più lucroso dei cataloghi musicali. HSC già possiede i quelli di artisti come Leonard Cohen, Justin Timberlake e Nile Rodgers. In vendita stavolta sono sia i diritti sulle canzoni che sulle registrazioni: la richiesta della band è di 400 milioni di sterline o più per questi copyright. Il mercato dei cataloghi musicali è diventato rovente negli anni della pandemia. Fino a pochi anni fa era rarissimo - quasi una vergogna - che musicisti se ne liberassero, ma il trend è diventato sempre più frequente a causa del lockdown che due anni fa ha bloccato concerti e tournee, ma anche per via del fatto che i grandi del rock invecchiano e cominciano a semplificare la successione monetizzando per conto degli eredi la loro produzione artistica. L'ormai ottantunenne Bob Dylan era stato il primo a dare il "la" alla fine del 2020, cedendo alla Universal il suo catalogo editoriale e successivamente alla rivale Sony le registrazioni. Ne aveva seguito l'esempio Paul Simon cedendo i diritti su 60 anni di canzoni alla Sony in cambio di 250 milioni. E sempre la Sony l'anno scorso si era accaparrata la musica di Springsteen. "Il tempo passa. Devo pensare ai miei figli", aveva detto Neil Young quando era trapelata la notizia che anche lui aveva battuto cassa vendendo il 50% del suo catalogo per 150 milioni al Hipgnosis con una condizione: nulla avrebbe dovuto mai essere usato in pubblicità. La lista a quel punto era diventata chilometrica: Tina Turner, Mick Fleetwood dei Fleetwood Mac, gli eredi di David Bowie, Sting, e ora, a quanto pare, i Pink Floyd.