Caterina Caselli: "Tra me e Battiato affinità elettiva"

19.05.2021

"Non riesco a pensare a Franco al passato, lui è qui con me". È commossa Caterina Caselli, il Casco d'Oro degli anni Sessanta e oggi produttrice e talent scout, alla guida del gruppo Sugar, che con il maestro, morto la notte scorsa dopo una lunga malattia, aveva un rapporto speciale. "Ci legava una grande amicizia e una forte empatia, avevamo una certa affinità elettiva. Sosteneva che dipendeva dal fatto che fossimo entrambi del segno dell'ariete. La sua ironia, il suo sarcasmo mi rimarranno dentro. Riusciva a combinare leggerezza e profondità". Fu Caterina Caselli, nel '67, a tenerlo a battesimo nella sua prima apparizione tv. "Era il 1967 e ci incontravamo per la prima volta. Avevo 20 anni e con Giorgio Gaber conducevamo Diamoci del tu. Un giorno io dissi a Gaber che avevo un giovane artista da presentare, tale Francesco Guccini. Giorgio di rimando mi rispose che anche lui ne aveva uno: 'si chiama Franco Battiato', disse". Il primo contatto, in anni in cui la cantante era all'apice della popolarità e sempre in movimento. "Non mi fermavo mai. E l'amicizia vera arrivò anni dopo, nei primi anni Ottanta quando ero in CGD, grazie a Giuni Russo, per la quale Franco firmò Un'estate al mare e l'album Vox, un disco che a tutt'oggi non ha una ruga". Insieme Battiato e Caselli hanno collaborato poco, ma - rivela la manager - "tempo fa stavamo lavorando a una collaborazione non è andata a buon fine per un concept album di Andrea Bocelli sull'immigrazione: Franco scrisse un brano bellissimo, puro, nobile e di un'eleganza sublime, dal titolo I migranti di Ganden. Poi il concept dell'album cambiò e quel brano rimase in sospeso, fino a quando non uscì con la voce dello stesso Battiato, con il titolo di Torneremo ancora (l'ultimo inedito uscito nel 2019). Ho ancora il provino di quel progetto e ogni volta che lo sento è un colpo al cuore". Non hanno lavorato tanto insieme, "non quanto avrei voluto, evidentemente non era scritto", però Battiato fece all'amica un grande omaggio quando reinterpretò il successo di lei "Insieme a te non ci sto più". "Avrei voluto spendere più tempo con lui, era divertente, mai banale. Portarlo in Sugar? Non gliel'ho mai chiesto perché non volevo approfittare della sua amicizia, e lui non l'ha mai proposto, ma io lo avrei preso a braccia aperta. Sa - racconta ancora, non riuscendo a rinunciare all'uso del presente - che sarei stata felicissima se lo avesse fatto. Eravamo tanto amici e con lui mi sono sempre sentita a mio agio". La malinconia, anche per non aver trovato il tempo di andarlo a trovare in Sicilia, è tanta ma "le sue opere mi faranno compagnia e mi aiuteranno a sostenere la sua assenza. Il mio brano preferito? La Cura, un capolavoro assoluto. Ma l'eredità che lascia è ben più importante: è riuscito a dare una certa nobiltà alla musica leggera, per quanto io odi questa definizione. Ha scritto qualcosa di speciale". Caterina Caselli sottolinea poi come molti ricordino le sue capacità di barzellettiere, "ma aveva un rigore assoluto nel suo lavoro. Eternamente impegnato a superare i limiti: si muoveva all'interno della ricerca della musica, sempre in viaggio. Non so se l'Italia avrà di nuovo un artista e un uomo come lui".