Dall'Ongaro: "Presto il successore di Pappano"

18.06.2022

La ripresa dei concerti con il pubblico difficile ma bellissima, la grande sala dell'Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone che lentamente è tornata a riempirsi di spettatori, e ora una estate ricca di impegni in Italia e all'estero. L'Accademia Nazionale di Santa Cecilia guarda con ottimismo al futuro prossimo, che sarà segnato dalla nomina del successore di Antonio Pappano, il maestro anglo-italiano che nei suoi 18 anni da direttore musicale ha cambiato la storia e l'anima dell'orchestra della Fondazione romana. ''Lo sapremo presto ma non prestissimo - dice il sovrintendente Michele dall'Ongaro -. Questo è un luogo serio e decisioni del genere vanno prese sentendo l'orchestra e il consiglio di amministrazione, dando naturalmente a questa orchestra la guida che merita per continuare il percorso tracciato ormai da così tanto tempo dal passaggio di Pappano. Ormai c'è una rosa strettissima di due-tre nomi. Come caschi, caschi bene. Garantisco che avremo sempre meglio su questo nostro podio anche perché Sir Tony rimane''. La stagione 2022-2023 sarà l'ultima con Pappano che comunque resterà come direttore emerito a vita, ''Questa è una cosa straordinaria perché è la prima volta che succede nella storia dell'Accademia - rimarca il presidente -. Per l'inaugurazione avremo Elektra, un'opera sconvolgente di Richard Strauss. In ogni concerto ci saranno sia un pezzo da scoprire perché poco eseguito sia i grandi capolavori, i classici a cui si fa sempre riferimento. Da chi vuole essere rassicurato nel suo percorso di ascoltatore e a chi è curioso di esplorare cose nuove, tutti troveranno pane per i propri denti al massimo della qualità che riusciamo a garantire''. L'attuale stagione sinfonica, che si chiude sabato 18 giugno con l'ultima delle tre serate affidate al direttore inglese Daniel Harding - applauditissimo nel concerto per pianoforte e orchestra di Grieg con il solista Paul Lewis e nel Poema Sinfonico 'una vita da eroe' di Richard Strauss - ha dovuto superare molti ostacoli, a cominciare dalla diffidenza del pubblico. ''Prima è stata dimezzata per legge la capienza delle sale - commenta Dall' Ongaro -, poi quando si è riaperto, in un paese dove hanno chiuso centinaia di cinema, convincere le persone a tornare in sala è stato complicato. Un po' alla volta siamo riusciti a rientrare nel cuore degli appassionati che era un po' congelato. Ormai, però, gli spettatori sono tornati ai livelli di un tempo, i prossimi spettacoli saranno all'aperto e con quella prudenza che il buonsenso suggerisce siamo abbastanza ottimisti''. Tra qualche settimana per Santa Cecilia comincerà una estate musicale piena di appuntamenti: si comincia a fine giugno con il Festival dei due Mondi di Spoleto (dove l'Accademia Nazionale è in residenza) per tre date: il 24 il concerto inaugurale diretto da Ivan Fisher con il coro ceciliano e la Budapest Festival Orchestra, il 2 luglio Barbara Hannigan sul podio dell'orchestra e il 10 la conclusione affidata a Pappano con Hannigan nel ruolo di soprano. E poi Macerata, Taormina, Ravello e le tournée all' estero. Quali sono stati i momenti più belli della stagione che sta per chiudersi? ''Intanto ospitare i Berliner dopo tanti anni è stata una festa per tutti. Turandot in forma di concerto è stata una esperienza di bellezza e spettacolo di gran lunga superiore dove al centro di tutto è stato Pappano, motore di una energia nucleare assolutamente indimenticabile come tutti potranno riscoprire a febbraio quando uscirà il disco. E poi il grande ritorno di Maurizio Pollini e l'arrivo di Tugan Sokiev, il direttore russo che si è dimesso dal Bolshoi e dagli incarichi in polemica con la discriminazione degli artisti russi dopo l'inizio della guerra in Ucraina". Dall'Ongaro rivendica la presenza dei musicisti russi. ''Da noi non sono mai mancati, qui non si fanno ostracismo alla cultura o distinzioni. Oltre a Sokiev, si sono esibiti Sokolov, Lugansky... Abbiamo avuto la possibilità di ospitare anche musicisti ucraini in un concerto che ha avuto il tutto esaurito a dimostrazione che la musica non è solo passatempo ma è protagonista della storia''. Un ultimo aspetto sta a cuore a Dall'Ongaro. ''Stiamo facendo tanti concorsi e molti giovani sono entrati in orchestra e nel coro. Questo sta dando una spinta di entusiasmo e di vitalità, che è poi il segreto del fatto che siamo qui da cinquecento anni''.