Fabio Morgan: la lirica sul fiume apre nuove possibilità

19.09.2022

''Mi sembra di essere uscito da un sogno infantile. Fitzcarraldo è stato sempre un mito per me, l'eroe visionario che contro tutto e tutti vuole portare l'opera lirica nel cuore della giungla. Il corrispettivo è il raffronto con la 'giungla' di Roma, anche per la retorica che descrive la città come luogo invivibile, per riproporrà con un protagonista che invece guarda avanti con ottimismo''. Fabio Morgan, il giovane produttore e direttore artistico, commenta a caldo il risultato dell'opera-performance Fitzcarraldo che ieri ha segnato il debutto dell'opera lirica su un battello in navigazione lungo lo storico fiume della città. La vicenda racconta una Roma all' indomani di una apocalisse, tra le rovine del passato e le decadenze del presente, un barcone con comandante visionario e una ciurma, primo nucleo di una comunità che attraversa il Tevere e cercando all'orizzonte un gesto di arte e soprattutto di vitalità. ''Potrebbe essere l'inizio di qualcosa - commenta Morgan -. Roma e il Tevere, con questo paesaggio meraviglioso, meritano questo tipo di creatività. La lirica lungo il fiume può funzionare. L'italiano è la lingua dell' opera e per uno straniero attraversare il fiume per ascoltare un racconto di Roma in modo nuovo attraverso la forma d' arte per cui siamo conosciuti nel mondo è una buona idea anche in vista di Expo 2030''. Il battello, con trenta spettatori, i ragazzi e le ragazze della Cantoria dell' Opera di Roma e gli interpreti - il baritono Giorgio Celenza (Fitzcarraldo), il soprano Clara La Licata (prima attrice), il tenore Antonio Sapio (attore) e il basso Yuri Guerra (aiuto regista) - si è mosso dall'Isola Tiberina fino a poco oltre Castel Sant'Angelo. Un' ora di musica e voci in una atmosfera sospesa, gli attori-cantanti nell' abbigliamento dell'opera classica impegnati in una partitura contemporanea, con il protagonista principale - panama e abito bianco come il personaggio del film di Werner Herzong - a prua con le spalle al pubblico verso il quale si è voltato soltanto nel finale.