Il protagonista di oggi: intervista con Paolo Fanzaga, musicista che crede nella capacità terapeutica della musica

06.05.2021

Il protagonista dell'intervista di oggi è il compositore e pianista Paolo Fanzaga

Ricordo di essere stato attratto dalla musica sin da molto giovane, mi piaceva molto ascoltare le canzoni alla radio o alla tv, mi è sempre piaciuto molto cantare e devo dire che lo facevo abbastanza bene.

Come e quando nasce la tua passione per la musica?

Ricordo di essere stato attratto dalla musica sin da molto giovane, mi piaceva molto ascoltare le canzoni alla radio o alla tv, mi è sempre piaciuto molto cantare e devo dire che lo facevo abbastanza bene. Anche se da molto anni a questa parte la mia ricerca musicale è stata indirizzata verso la musica strumentale, amo molto la vocalità e non escludo in futuro anche lavori con la voce. In passato ho scritto molte canzoni.


E' stato facile seguire questa passione per te, o hai avuto difficoltà? Se si quali?

Non è stato semplicissimo; nella mia famiglia non esiste una tradizione musicale e miei genitori sognavano altre professioni per me.
Dato però che una persona è destinata prima o poi a seguire la sua strada, vengono create dalla vita"coincidenze" e circostanze che la accompagnano nel suo percorso, basta seguirle...
Quindi le mie difficoltà iniziali sono state quelle di non poter intraprendere studi musicali seri fino a quando iniziai ad essere un po' indipendente.

Io vorrei che la mia musica arrivasse direttamente al cuore delle persone e il cuore non ha bisogno di fronzoli..


Come potresti descrivere il tuo modo di comporre?


Inizia tutto da un'idea musicale anche molto piccola e che rimane tale per un po' di tempo; se dopo la ritengo ancora buona inizio a svilupparla; tendenzialmente sono propenso ad a essere abbastanza minimale nel mio modo di comporre, cerco di usare solo le note che servono, anche se andando avanti mi accorgo di dover ancora togliere e togliere...
Io vorrei che la mia musica arrivasse direttamente al cuore delle persone e il cuore non ha bisogno di fronzoli...

Di recente è uscito il tuo nuovo album The Lamp of Invisible Light puoi parlacene un po'?

Questo album è uscito dopo un periodo di silenzio discografico durato 5 anni. Questo silenzio è dovuto al fatto che ho voluto andare un po' oltre i lavori precedenti, cercare nuove soluzioni, esplorare altri stili; inoltre comporre non è la mia attività principale che è quella di portare avanti l'Accademia musicale che ho fondato e nella quale insegno e dirigo l'orchestra. In questo album non mi sono posto problemi di unità stilistiche, di linguaggi musicali, infatti convivono e bene secondo me brani molto diversi fra loro. Inoltre per la prima volta ho inserito un brano non mio ma ho voluto omaggiare il grande J.S.Bach.
Altro aspetto importante è l'accordatura a 432 hz solo questo argomento meriterebbe lo spazio di un'intervista...

Io credo che le idee, musicali ma non solo, siano "nell'aria". Più noi siamo collegati con le nostre parti più profonde meglio riusciamo a cogliere queste idee, riusciamo ad essere canali.

Cosa ne pensi dell'ispirazione e come vivi il tuo rapporto con la "musa ispiratrice", ovvero c'è qualcosa che ti ispira in particolare?


Io credo che le idee, musicali ma non solo, siano "nell'aria". Più noi siamo collegati con le nostre parti più profonde meglio riusciamo a cogliere queste idee, riusciamo ad essere canali. A volte mi capita di ascoltare certa mia musica e non rendermi conto di come possa averla scritta; intendiamoci, non perchè sia particolarmente bella o altro; non necessariamente un brano, così come un quadro deve essere "bello" e anche sul concetto di bello si potrebbe discutere a lungo. Quindi essere ispirati è proprio entrare in connessione con ciò che esiste da qualche parte e in qualche forma; se si accetta questo si accetta anche il fatto che ciò che "creiamo" non è nostro.

Cosa pensi del panorama musicale di oggi?

Più che di panorama sarebbe meglio parlare di panorami musicali; non posso che pensarne bene, nel senso che oggi più che mai esiste una molteplice proposta musicale che va nelle più disparate direzioni.
Questi tra l'altro non sono tempi tranquilli e credo che l'arte si esprima a livelli più alti proprio durante i periodi di grandi cambiamenti o rivoluzioni.
Il problema secondo me è l'omologazione di chi ascolta la musica; le persone sono sempre più abituate ad ascoltare in modo passivo, difficilmente ritengono la musica come un qualcosa a cui va riservato anche qualche attimo della loro attenzione, anche se questo non è un problema solo legato alla musica ma più generale.
Io non sono un nostalgico di quello che è stato e a maggior ragione nella musica, in quanto questa riflette esattamente l'epoca in cui è scritta. Amo i Beatles ma dubito che sarebbero potuti essere quello che sono stati ai giorni nostri.
Certo, se parliamo di musica commerciale sono convinto che la qualità sia in caduta libera e basta per rendersi conto osservare quali siano gli idoli di oggi. Ma qui credo sia inappropriato parlare di musica, ma solo di mercato.


Quali sono i tuoi progetti futuri?

L'unico progetto certo è che continuerò a fare musica, a viverla e condividerla. Scrivo sempre nuovi brani e mi piacerebbe, qualora la situazione lo permettesse, potere eseguirli dal vivo in misura maggiore di quanto fatto fin ora. Penso che chi ama veramente la musica abbia la necessità di ascoltarla in concerto, assorbirne le frequenze.

Chi è Paolo Fanzaga?

Compositore, pianista e arrangiatore. Da sempre la musica è il suo linguaggio espressivo. Ha iniziato molto presto a comporre e non ha mai smesso. Ha scritto lavori e arrangiamenti per diversi organici, da gruppi pop fino a orchestre sinfoniche, musiche da film e brani vocali. Il pianoforte per lui rappresenta lo strumento più immediato a disposizione quando arriva un'intuizione musicale. I suoi ultimi 6 album pubblicati sono infatti lavori per pianoforte solo. Crede nella capacità terapeutica della musica, soprattutto se registrata alla frequenza di 432Hz, frequenza che permette all'ascoltatore di allinearsi alla frequenza della terra. Paolo Fanzaga, inoltre, ama insegnare ciò che impara ogni giorno; molti anni fa ha fondato L'Accademia Musicale di Treviglio dove insegna pianoforte, teoria musicale e ne dirige l'orchestra. Nei suoi concerti si avvale spesso della collaborazione di musicisti di estrazione sia "classica" che pop. Usa la musica per esprimere ciò che non si può dire con le parole. Usa il pianoforte per esprimere la sua musica.

The Lamp of Invisible Light

The Lamp of Invisible Light è una raccolta di brani che rappresentano la sintesi delle esperienze musicali maturate nel tempo. Uno dei fili conduttori è la difformità dei linguaggi musicali presenti nella raccolta: dalla musica tonale ad armonie più avanzate. L'autore è inoltre convinto della forza anche terapeutica della musica oltre che della sua capacità di farci astrarre anche per brevi attimi dalla cosiddetta "realtà". Questo motiva anche la scelta dell'intonazione a 432 hz, una frequenza allineata alla frequenza della terra, del resto utilizzata anche nel passato da grandi musicisti. Il titolo della raccolta è anche il nome di una congregazione magico-esoterica fondata agli inizi del 900' da Aleister Crowley. E' presente anche un omaggio a J.S. Bach, compositore che ha raggiunto le vette massime della musica.


Dove ascoltare il lavoro