Il protagonista di oggi: intervista con Daniele Salvati. Compositore elettronico di grande raffinatezza.

15.06.2023

Il nostro protagonista di oggi è il compositore elettronico e ricercatore Daniele Salvati.

Come e quando nasce la tua passione per la musica? 


È nata molto presto. Tutto è cominciato con l'incontro di un magnetofono, un registratore a nastro con bobina aperta che avevamo a casa. Ero molto affascinato da quello strumento così particolare, e mi dilettavo a registrare e manipolare quei grandi nastri. All'inizio per me era un gioco, che è diventato a mano a mano poi un'esigenza creativa. Iniziai a suonare e studiare la chitarra, e passai successivamente ai registratori multicanale e agli strumenti elettronici, ai campionatori e ai sintetizzatori analogici.

È stato facile seguire questa passione per te, o hai avuto difficoltà? Se sì quali? 


Direi che è stato facile, ho avuto sempre il modo di esprimermi negli anni secondo le esigenze del momento, accogliendo l'ispirazione quando veniva, e cercando di nutrirla il più possibile. In qualche modo la mia passione per la musica ha avuto due fasi nella mia vita. Una prima fase fatta di sperimentazione, condivisione e performance. Ho collaborato con vari artisti, gruppi, e poeti, in live electronics, installazioni sonore, video, e produzioni varie. Nella seconda fase, che inizia circa dieci anni fa, mi sono dedicato esclusivamente alla composizione di musica elettronica, fondamentalmente usando solo il computer e processi di sintesi digitale.

Come potresti descrivere il tuo modo di comporre?

Le mie composizioni nascono inizialmente, il più delle volte, dalla creazione di suoni e sensazioni. Le strutture armoniche fanno da base alla forza espressiva del timbro e alle sue variazioni e micro-variazioni. Da queste sensazioni certamente poi nasce un tema musicale nella mia mente che sviluppa e arricchisce la composizione. Mi sento molto simile ad un pittore. In questo caso, la mia tavolozza sono i suoni elementari, le onde sinusoidali, triangolari, quadre, e via dicendo, che utilizzo per generare suoni più complessi e articolati, che vanno a definire la struttura e l'evoluzione della composizione. La scrittura al computer mi aiuta molto, potendo definire nel dettaglio tutti i parametri dei suoni e degli effetti. Non utilizzo campioni audio, anche se sono un appassionato di field-recording di suoni ambientali.

Quali sono i tuoi musicisti di riferimento? 


Non ho dei musicisti in particolare di riferimento. Sono stato e sono sempre aperto a tutti i tipi di musica, ed in particolare ho una propensione verso le musiche di sperimentazione e di ricerca. Sono però attratto anche dalle musiche tradizionali dei popoli, nonché dai loro strumenti.

Di recente è uscito il tuo nuovo album "Alberi" puoi parlacene un po'? 


Il disco nasce con l'idea di suscitare un viaggio interiore attraverso sette movimenti. È stato creato, come dicevo, da processi di sintesi digitale e effetti audio. Nelle prime tracce ci sono elementi armonici ben strutturati, che man mano si fanno più impalpabili, aperti e ipnotici nelle tracce successive. In questo percorso mi piace pensare di stimolare e suggestionare positivamente chi ascolta per immaginare dimensioni spesso quasi invisibili.

Cosa ne pensi dell'ispirazione e come vivi il tuo rapporto con la creatività?

L'ispirazione è spesso per me un mistero. La creatività è una necessità personale, che accolgo e alimento ogni volta che si presenta. Ho un rapporto con la creatività fondamentalmente basato sull'intuizione, mi piace immergermi nei suoni e nella composizione secondo le emozioni e i sentimenti del momento.

Cosa pensi del panorama musicale di oggi? 


Mi piace la contaminazione tra i generi. Negli ultimi anni, per esempio, ho trovato molto interessanti alcune produzioni provenienti da artisti africani, che uniscono tradizioni con elementi di contemporaneità.

Quali sono i tuoi progetti futuri? 


Sto lavorando al momento a un nuovo album che idealmente prosegue la narrazione del disco "Alberi", anche attraverso un'evoluzione del suono elettronico.

Chi è l'artista?

Daniele Salvati compone musica elettronica sperimentale e fa ricerca nel campo dell'elaborazione e dell'analisi del suono. Le sue creazioni nascono al computer, da elementi generati con processi di sintesi e algoritmi per la manipolazione audio, attraverso un procedimento volto a scolpire in sinergia i suoni e i loro mutamenti. Vive a Roma.