Il protagonista di oggi: Marco Di Stefano e il suo "Multiverse"

08.04.2021
Il nostro protagonista di oggi è Marco Di Stefano, compositore e pianista che si approccia al pianoforte in tenera età inseguendo il suo istinto compositivo e iniziando da li un percorso decennale di studi di tecnica pianistica e composizione orchestrale con tre distinti maestri quali Giovanni D'Aquila a Palermo, Adriano Guarnieri a Bologna e Luc Brewaeys a Bruxelles. Il suo stile è semplice, strutturato e narrativo. Ogni sua composizione nasce per raccontare una storia e questa sua predisposizione verso la musica narrativa lo porta a collaborazioni artistiche con pittori, fotografi e scrittori, alla ricerca del perfetto connubio fra opera musicale e arte.

Chi è oggi Marco Di Stefano?

Sono sempre lo stesso sognatore di tanti anni fa con la differenza che finalmente sento di avere iniziato a muovere i primi passi verso quel sogno e passione di diventare un riconosciuto compositore

La scrittura inizia sempre da qualcosa che mi inspira profondamente, un accadimento, un libro o un'immagine.

Puoi raccontare come componi una nuova opera?

La scrittura inizia sempre da qualcosa che mi inspira profondamente, un accadimento, un libro o un'immagine. I miei album sono stati inspirati da fotografie (Portraits), libri (L'Estate del 78) e poesie (Multiverse)

Lavoro su un pezzo alla volta perché credo sia il modo migliore per ottenere il meglio dal nostro cervello.

Lavori su un pezzo alla volta o su più brani contemporaneamente?

Lavoro su un pezzo alla volta perché credo sia il modo migliore per ottenere il meglio dal nostro cervello. Ma capita spesso di avere un'intuizione per un altro brano nel corso della scrittura; in questi casi registro un vocale e lo conservo aspettando di poterci tornare sopra.

Si influenzano a vicenda?

Certamente mi piace il concetto di context album, cosa che ho largamente eseguito con il mio album "L'estate del 78" in cui i 10 brani sono un echeggiare di temi e sensazioni come se alla fine fosse tutto una sola traccia.

Non scrivo mai musica da sottofondo, ma musica che va ascoltata e cogitata.

Come descriveresti il tuo "suono"?

To-the-point. Perché cerco sempre di passare un messaggio con la musica e faccio un lavoro di raffinatura e pulitura finché tutto è il minimo necessario per raggiungere l'obiettivo. In effetti non scrivo mai musica da sottofondo, ma musica che va ascoltata e cogitata.

Cosa è cambiato con il tuo nuovo lavoro "Multiverse"?

Mi sono cimentato nella trascrizione della lettura di alcune poesie di Lucilla Trapazzo. Un lavoro interessante in quanto la musica si muove e balla in sincrono con le parole e l'interpretazione della poetessa.


Sicuramente amo collaborare con donne e riesco sempre ad apprendere tanto. Non capisco perché ai giorni d'oggi esista ancora questa diatriba, ma purtroppo il fatto stesso che esista un movimento per i diritti alle donne significa che c'è tanto lavoro da fare verso l'uguaglianza dei sessi.
In questo momento sto prendendo una pausa, tipicamente il momento ideale da cui viene fuori una buona idea.

amo collaborare con donne e riesco sempre ad apprendere tanto

A che punto siamo col movimento per i diritti alle donne, attività che tu sostieni con la tua musica?

Sicuramente amo collaborare con donne e riesco sempre ad apprendere tanto. Non capisco perché ai giorni d'oggi esista ancora questa diatriba, ma purtroppo il fatto stesso che esista un movimento per i diritti alle donne significa che c'è tanto lavoro da fare verso l'uguaglianza dei sessi.


Infine, su cos'altro stai lavorando in questo momento?

In questo momento sto prendendo una pausa, tipicamente il momento ideale da cui viene fuori una buona idea.