Ildar Abdrazakov: "Il mio Boris ha anima e cuore"

22.11.2022

Il russo Ildar Abdrazakov conosce la storia del suo Paese e quando parla dello zar Boris Fedorovic Godunov, che regnò su 'tutte le Russie' dal settembre 1598 all'aprile del 1605, racconta quello che i libri dicono del personaggio che lui interpreta nell'opera di Musorgskij che il 7 dicembre inaugurerà la stagione della Scala. "La storia ci dice - spiega il celebre basso - che Boris voleva bene al suo popolo, voleva dargli ricchezza e case, ma il popolo aveva sempre nuovi bisogni. Inoltre quello del suo regno fu un periodo terribile dal punto di vista economico, soprattutto per quei tre anni tremendi di carestia (fra il 1601 e il 1603), quando nei campi non cresceva l'erba. E fu un disastro. Per questo il mio Boris è un Boris con l'anima e con il cuore, ma con il rimorso di aver ucciso un bambino, e questo pensiero è costante, infatti quando parla senti sempre la presenza di una lontana angoscia, che poi pian piano cresce e diventa sempre più ingombrante, fino a farlo impazzire e alla fine muore. Nella storia Boris muore per un ictus, ma nell'opera viene ucciso". In realtà la colpevolezza di Boris Godunov nell'uccisione dello zarevic Dimitrij non è mai stata provata a livello storico, ma "la sua personalità morale, anche più della sua personalità politica - afferma l'Enciclopedia Treccani - ha destato sempre l'interesse degli storici, che dapprima vedevano in lui un malvagio e solo nel XIX secolo tentarono una riabilitazione". La vicenda di Boris Godunov ha ispirato molti scrittori e poeti. La più famosa creazione letteraria è quella di Aleksandr Puskin, il dramma da cui Modest Musorgskij ha tratto la sua opera. Ilda Abdrazakov giunge, con Boris Godunov, al suo sesto 7 dicembre: da 'Iphigenie en Aulide' (7 dicembre 2002) al 'Macbeth' dello scorso anno, passando per 'Attila' il 7 dicembre 2019. E il basso russo è in qualche modo co-responsabile della scelta scaligera di inaugurare quest'anno con il capolavoro di Musorgskij. Fu infatti proprio durante le prove di Attila che Abdrazakov raccontò a Riccardo Chailly (lo ha ricordato oggi lo stesso maestro) che era uscita un'edizione critica del 'Boris'. E, si sa, rivelare al direttore musicale della Scala l'uscita di un'edizione critica di un'opera importante come questa è un po' come indicare a un topolino dove sta il formaggio.