Sex Pistols: John Lydon ha perso la causa contro i suoi ex compagnia di band, per l'uso della musica nel telefilm "Pistol!"

01.09.2021

Dopo essere stato sconfitto nella battaglia legale sull'uso delle canzoni dei Sex Pistols nella serie di Danny Boyle dedicata al gruppo, il cantante John Lydon ha diffuso un comunicato in cui spiega le sue ragioni: «Sono il principale cantante e autore, il frontman, l'immagine dei Sex Pistols: com'è possibile che non sia rilevante?». Com'è noto, la serie si intitola Pistol ed è basata non sul punto di vista di Lydon (all'epoca Johnny Rotten), ma sulla biografia del chitarrista Steve Jones Lonely Boy: Tales from a Sex Pistol. Non riconoscendosi nel progetto e non essendo stato coinvolto, Lydon ha cercato di fermarlo. «Pensano di potermi passare sopra, ma non succederà. Non senza una enorme, gigantesca battaglia», aveva detto. «Io sono Johnny, e chi interferisce con i miei affari se la vede brutta. È una vergogna». E invece nel corso della scorsa settimana una sentenza ha determinato la legittimità del progetto di Boyle, appoggiato oltre che da Jones anche dal batterista Paul Cook. Anche se in passato le decisione erano state sempre prese all'unanimità, nel 1998 Lydon ha firmato un accordo secondo il quale gli interessi del gruppo sarebbero stati stabiliti tramite un voto maggioranza, la qual cosa ha messo fuori gioco il cantante, che in questa faccenda è in minoranza. Ieri Lydon è tornato sull'argomento diffondendo un comunicato in cui spiega di essere stato avvisato del progetto Pistol solo poche ore prima dell'annuncio impedendogli in buona sostanza di capire come sarebbe stato ritratto e come sarebbero state usate le canzoni dei Sex Pistols. Pur avendo chiesto di farlo, afferma il comunicato, non gli è mai stata l'opportunità di consultare il copione. La sua battaglia, dice, ha a che fare con l'integrità del gruppo. «Sono il principale cantante e autore, frontman, immagine, tutto. Come può non essere rilevante tutto ciò? Sono senza parole», dice Lydon. «È devastante per la band e temo che l'intero progetto si riveli estremamente negativo. Davvero qualcuno pensa che un progetto che ha a che fare con la mia vita personale e i miei problemi possa andare avanti senza che mi si consulti, senza che sia stabilito un vero contatto con me prima che venga annunciato al mondo?». «Non ho parole per descrivere la malafede di questa cosa», continua Lydon. «Come dico nel testo di The Order of Death, "This is what you want, this is what you get..."».