Muti per l'Unesco e tanto Puccini all'Arena di Verona

05.04.2024

Riccardo Muti aprirà il 7 giugno la serata di celebrazione del riconoscimento del canto lirico come patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco: sarà una sorta di pre-apertura della stagione 2024 dell'Arena di Verona Opera Festival, che andrà in scena dal giorno successivo con una edizione che sarà soprattutto dedicata alla celebrazione di Puccini nel centenario della morte. Il festival vero e proprio si aprirà infatti l'8 giugno con la spettacolare Turandot firmata da Zeffirelli. Poi a luglio ci sarà una Boheme allestita da un Alfonso Signorini al debutto all'Arena e, ad agosto, una Tosca che vedrà Anna Netrebko per la prima volta in questo ruolo in Arena e che verrà proposta nella storica produzione "noir" di Hugo De Ana. Per l'evento di apertura, che andrà in mondovisione e per il quale sono già 40 i paesi che si sono prenotati, il maestro Muti, e gli altri direttori che lo seguiranno, guideranno un'orchestra di 154 elementi a cui si affiancheranno i maestri con i 300 coristi che si avvicenderanno sul palco. Verona aprirà la celebrazione del riconoscimento Unesco ma, ha annunciato il sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, "l'evento si ripeterà ogni anno e il prossimo si terrà a Roma, in concomitanza con il Giubileo. "Questa edizione era nata come la stagione pucciniana, nel centenario della sua morte. Poi è arrivata la fantastica notizia dell'Unesco e l'assegnazione di Verona come luogo per la celebrazione: per me che sono una cantante lirica è un onore poter dedicare una serata a questo riconoscimento" ha commentato la soprintendente dell'Arena, Cecilia Gasdia. Sono invece altre quattro le opere liriche iconiche che andranno in scena per il 101/o festival, con due versioni dell'Aida, Il barbiere di Siviglia dall'allestimento rococò di Hugo De Ana e una Carmen. L'Aida sarà riproposta nella messa in scena ideata da Stefano Poda per il centesimo anniversario dell'Arena (dal 14 luglio al 1 agosto) e in quella che rievoca l'allestimento del 1913 di Gianfranco de Bosio (dal 10 agosto al 5 settembre). Mentre l'allestimento di Zeffirelli del 1995, con l'aggiunta di un elemento scenico che il maestro non aveva potuto realizzare, sarà recuperato anche per la Carmen (dal 5 luglio al 7 settembre). La rappresentazione kolossal dell'opera di Bizet vedrà sul palco 500 persone e ospiterà il debutto all'Arena della Aigul Akhmetshina. Tra i debutti sull'anfiteatro romano anche Pretty Yende, che è Micaela nella stessa produzione, Juliana Grigoryan, che è Mimì nella Bohème, René Barbera nella parte del Conte di Almaviva nel Barbiere di Siviglia. Attesi poi i grandi ritorni di Ekaterina Semenchuk, Yusif Eyvazov, Amartuvshin Enkhbat, Ludovic Tèzier, Vasilisa Berzhanskaya, Lawrence Brownlee, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Roberto Alagna, Luca Micheletti, Vittorio Grigolo, Elena Stikhina, Jonas Kaufmann, Luca Salsi. Il festival vedrà poi anche la riproposizione di altre serate evento: da Bolle and Friends che torna con un nuovo spettacolo, alla Nona di Beethoven, alla Noche Espanola con Placido Domingo, i Carmina Burana, il balletto con Zorba il greco fino all'evento immersivo pensato per i giovani: proiezioni tridimensionali per celebrare Le quattro stagioni di Vivaldi a 300 anni dalla loro pubblicazione. Il ritorno del balletto, molto acclamato la scorsa stagione con 10 richieste di bis, ci sarà con Zorba il greco e le musiche di Mikis Theodorakis, con la coreografia di Lorca Massine, al teatro Romano: verrà realizzato con l'apporto "dei migliori ballerini che stiamo cercando" anche se si spera presto l'Arena, dice Gasdia, "potrà finalmente vedere la luce in fondo al tunnel" e tornare a poter contare su un corpo di ballo dedicato alla Fondazione, come era fino al 2016.