Successo a Bologna per la Cenerentola rossiniana di Emma Dante, sarà riproposta fino al 23 dicembre al Teatro Comunale

19.12.2021

Nonostante sia stata rappresentata già due volte al Teatro dell'Opera di Roma e sia disponibile su RaiPlay, l'allestimento della rossiniana Cenerentola di Emma Dante, riproposto ieri sera e fino al 23 dicembre dal Teatro Comunale di Bologna, rimane ancora uno spettacolo assai godibile immerso com'è in quel mondo di bambole e pupi meccanici che fanno da contorno ai due protagonisti, il puffo Dan Ramiro e la Minnie Cenerentola. I due unici personaggi buoni di una favola in agrodolce dove la regista palermitana porta il suo teatro di sempre, impregnato di sicilianità: il patrigno Don Magnifico che entra in scena con tanto di moschetto, le rivali di Cenerentola che si suicidano dopo la sconfitta, la carrozza trainata da ragazze/cavallo, le violenze alla protagonista dal patrigno (che arriva addirittura a incatenarla) e dalle sorellastre sulle note del celebre temporale col solo scudo di un ombrello. Uno spettacolo a tratti molto cattivo, ma credibile e ben recitato, in un impianto scenico essenziale e senza tempo. E, ieri sera, anche molto ben cantato. La Fondazione bolognese è riuscita a mettere assieme un cast, uno dei migliori possibili di questi tempi, dove ogni cantante è parso assolutamente adatto alla sua parte e, soprattutto, "in voce". A partire dalla Cenerentola di Chiara Amarù, capace di un superbo rondò finale, padrona assoluta di una parte difficilissima, resa con freschezza e altera consapevolezza dei propri mezzi vocali e dalla forte personalità. Al suo fianco lo svettante Principe di Antonino Siragusa (sempre ammirevole l'intellegibilità del suo canto), le antipaticissime e caricaturali sorellastre Clorinda e Tisbe ben rese da Sonia Ciani e Aloisa Aisemberg, il nobile Alidoro di Gabriele Sagona, il magnifico Don Magnifico di Vincenzo Taormina, e lo straripante Dandini del sempre più bravo Nicola Alaimo, da tempo rossiniano doc. Sul podio il tedesco Nikolas Nägele ha tenuto ben salde le redini di un'orchestra come sempre precisissima, mentre il coro, pur non determinante in quest'opera, ha avuto in Gea Garatti Ansini la consueta ottima preparazione. Al termine lunghissime ovazioni per tutti e delusione per chi si attendeva Emma Dante al proscenio.