Quincy Jones: "Elvis Presley era razzista"

26.05.2021

Quincy Jones ha appena rilasciato una dichiarazione scottante: "Elvis Presley era un razzista", ha affermato il celebre produttore discografico e musicista in occasione di una recente intervista all'Hollywood Reporter. L'intervistatore ha posto diverse domande relative alla rosea carriera di Jones, vera e propria icona vivente della cosiddetta "black music" (che l'artista ha contribuito ad arricchire in veste di arrangiatore, direttore d'orchestra, produttore discografico, trombettista, compositore e, non da ultimo, anche attivista). A metà della conversazione, è giunta poi la domanda che ha portato Quincy Jones a tacciare di razzismo il cosiddetto "The King". "Ha mai lavorato con Elvis Presley?", ha chiesto Seth Abramovitch, senior writer del celebre magazine statunitense. "No. Non avrei mai voluto lavorare con lui", è stata la risposta spiazzante di lui. Incalzato dall'interlocutore, che gli ha chiesto le motivazioni di tale affermazione, l'artista ha spiegato che Presley in un'occasione avrebbe rifiutato di suonare con lui. E il perché sarebbe stato, secondo le dichiarazioni di Quincy Jones, il colore della sua pelle. "Era un razzista figlio di xxx", ha concluso, chiedendo di non fargli aggiungere più nulla sulla questione. "Erano gli anni Cinquanta. Stavo scrivendo per Tommy Dorsey (celebre direttore d'orchestra, n.d.r.). Elvis entrò e Tommy disse: 'Non voglio suonare con lui'. [...] Era un razzista figlio di xxx. E ora non voglio aggiungere altro", queste le sue parole riportate nell'intervista. Il leggendario produttore musicale al quale si deve, tra le altre cose, il successo di Michael Jackson, ha gettato un'ombra inquietante sul cosiddetto "Re del rock n' roll". E proprio ora che siamo in attesa della pellicola dedicata alla sua vita, diretta da un nome cult come Baz Luhrmann e interpretata da un nome altrettanto cult come Tom Hanks (che nel film interpreterà il Colonnello Tom Parker, il famoso manager di Presley). Oggi 88enne, Quincy Jones si inserisce in una discussione che da tempo divide l'opinione pubblica. Già altri si erano più volte domandati se Elvis Presley fosse stato razzista o meno e, ora che il celebre produttore musicale ha rilasciato questa dichiarazione, ci si aspetta che l'Elvis Presley Estate (l'ente che tutela la memoria del cantante) risponda in qualche modo. Sul tema del razzismo trattato durante l'intervista, Quincy Jones ha aggiunto: "È una lunga storia. Le persone hanno girato il viso dall'altra parte, ma per me è lo stesso: misoginia e razzismo. Devono insegnarti a odiare qualcuno. Non è un sentimento che nasce in modo naturale, io non credo. A meno che non ti venga insegnato". Negli anni Cinquanta il The Memphis World, un giornale afroamericano, ha parlato di Elvis Presley senza tralasciare il fatto che "il fenomeno Rock 'n' Roll, avesse infranto le leggi della segregazione razziale a Memphis, frequentando il parco divertimenti locale che era solitamente frequentato dalla gente nera". A riportarlo è Elvis. L'ultimo treno per Memphis-Amore senza freni, la biografia di Presley curata da una firma molto nota nel panorama del giornalismo musicale statunitense, Peter Guralnick. Queste dichiarazioni del The Memphis World hanno portato il cantante a essere ben accolto all'inizio della sua carriera dalla comunità nera. Nel 1957 è stata diffusa però una voce: Elvis Presley, intervistato da un giornalista, si sarebbe espresso in questo modo: "L'unica cosa che i ne*ri possono fare per me, è comprare i miei dischi e lustrarmi le scarpe". Un giornalista del settimanale statunitense Jet, Louie Robinson, ha tentato di indagare su quella voce, per dimostrarne o meno la veridicità. Sul set del film Il delinquente del rock and roll, Elvis gli ha concesso un'intervista e ha negato di avere mai pronunciato una frase del genere. In quell'occasione ha dichiarato di non essere assolutamente e in alcun modo un razzista.